lunedì 30 luglio 2018

Thirteen (7)


Io non lo so perché succede e a dire il vero non me ne frega niente. Mi dispiace solo per la mamma. Lo sento quando arriva. Si guardano storto, poi sbuca dal nulla una parola sbagliata. Stavolta era già nell'aria da un po' quando è scoppiata. Alla tv senza volume passava uno spot sulle gengive sanguinanti. Dal rubinetto cadeva una goccia ogni tre secondi. Lei teneva gli occhi bassi e tagliava la mozzarella. Lui aveva abbandonato le posate sul piatto e non le staccava gli occhi di dosso. "Non mi rispondi neanche," le ha detto. Lei si è bloccata, ha alzato lo sguardo ma solo un attimo, poi ha infilzato un pomodoro. Io e mia sorella continuavamo a mangiare senza alzare gli occhi. "Cosa vuoi che ti risponda? Fai tutto tu," è sbottata, ha messo giù forchetta e pomodoro trafitto, si è alzata e se n'è andata. Lui l'ha seguita con lo sguardo. Ha guardato le posate, le ha afferrate, ha guardato noi lì immobili e ha imprecato: "Che fate?"
Abbiamo finito la cena senza guardarci e senza dire una parola. Il piatto della mamma è rimasto lì anche quando abbiamo sparecchiato perché magari più tardi le torna fame.
Perché gli adulti devono stare assieme quando non si amano più?, ti chiedo adesso, stringendo forte la pietra.
- Penso che divorziare costi un sacco.
Ma se non sono neanche sposati. Non devono divorziare.
- Sì, ma costa lo stesso. E non è facile. Mio papà e mia mamma non penso che potrebbero divorziare mai. Dove se ne andrebbero? Penso che sia così anche per le persone normali. Credo di non averli mai visti che si baciavano. Non litigano come i tuoi ma non lo so se poi si vogliono bene. Non credo. Sul trapezio però sembra quasi che si amino. Quando lei si allunga e lui l'afferra al volo e sorridono. Sono belli. Mi hanno insegnato a sorridere sempre durante le esibizioni, soprattutto se sbagli, soprattutto se cadi e ti fai male. Ti devi rialzare e sorridere. Ecco, io non lo so se sorridono perché si amano, ma sono belli sul trapezio.
Ti invidio. Mi piacerebbe tanto fare quello che fate voi.
- A volte mi chiedo come sia avere una casa vera, e non queste roulotte. Andare sempre alla stessa scuola. Non lo so se poi mi piacerebbe. È bello quando arrivo in una scuola nuova e tutti sono incuriositi. Ma mi piacerebbe avere una casa vera e vivere sempre nello stesso posto.
Io quando sono arrivato nella scuola nuova qui erano tutto meno che incuriositi. Mi hanno guardato e hanno abbassato gli occhi sui banchi e hanno continuato a parlottare fra loro. Ma io non ho una vita interessante da raccontare.
- Per me la tua vita è interessante.
Io farei subito a cambio, guarda. Anzi, niente cambio, voglio venire da te. Cosa posso fare? Una cosa facile? Il clown?
- Fare il clown è difficilissimo! Potresti vendere i popcorn.
Grazie oh. Ma va bene, anche vendere i popcorn. Per cominciare.
- Vorresti domare i leoni? Ahahahahah. Devo andare adesso. Mi chiamano. Buonanotte.
Buonanotte.
La pietra lampeggia una volta e si spegne. Di là sento le voci smorzate che parlottano, forse più calme adesso.
Potrei alzarmi e andare a origliare. Ma te l'ho detto, non me ne frega proprio niente.

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