domenica 22 febbraio 2015

Essere il leader di una band

Essere il leader di una band sembra uno spasso, perché quel che si vede -il momento del live, l'1% del tempo della vita di una band- è effettivamente un  gran divertimento.
Il 99% del tempo, essere il leader di una band significa (1) fare il rappresentante porta a porta di musica per dei compratori sordi e svogliati, (2) assumersi la colpa se qualcosa va male ma non il merito se va bene, (3) essere quello che deve inventarsi idee e iniziative nuove man mano che quelle vecchie vengono scopiazzate da altri, (4) essere quello che cerca di mantenere la calma per tutti e pure quello che s'incazza a nome suo, con la faccia  sua, per i malumori di tutti; (5) se il leader è anche il frontman, sarà lui quello che continua a sorridere mentre tutto il pubblico chatta con Whatsapp, o mentre dietro sta succedendo qualche disastro, la batteria cammina, le corde si rompono, il chitarrista o il bassista è troppo ubriaco e ha scordato tutto; è lui (6) che chiede al titolare "come siamo messi per le consumazioni" e (7) quello che raccoglie i timori di tutti quando gira voce che in quel locale il proprietario, se non gli piaci, ti stacca le spine degli ampli; e allora sarà quello che (8) minimizza gli allarmi ma (9) intanto s'informa; quello che (10) quando c'è da fare gli stronzi fa lo stronzo per tutti e (11) quando c'è da mettere soldi avanti, se ce li ha, li mette lui, e poi chissà, speriamo. Il leader non è, come si crederebbe, uno che comanda, ma uno che (12) raccoglie e convoglia. Una vera band non ha un capo, ma un tizio che si occupa, per mestiere ma gratis, (13) di crederci per tutti, fiutando i cali di tensione quando tutto sembra perfettamente a posto, di (14) spingere per tutti, trovare le cause delle piccole perdite di entusiasmo, tappare le falle, e di (15) sporcarsi le mani per tutti, (16) fare figuracce per tutti, (17) sorridere se tutto va alla malora, per tutti. Il leader è uno che (18) a tratti finge malamente di essere la band ma solo perché gli altri glielo concedono e credono in lui, e (19) il suo ruolo esiste solo per gioco, e solo finché gli altri vogliono giocare.
È questa la differenza fra l'essere un leader di una band e l'essere un solista con degli accompagnatori: il leader (20) sta al servizio umilmente e (21) solo sul palco gode qualche attimo di vanità, (22) sapendo però che di tutto ciò che riceve solo una parte gli appartiene davvero. Il leader (23) prende questo nome dal fatto che, della band, lui è il pezzo che sta davanti, non certo quello che decide la direzione. Un vero leader (24) nella carrozza è il cavallo, quello che tira tutti e si becca le frustate. Anzi l'asino, perché (25) è il più scemo, ed è così scemo da esserne felice.


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