domenica 1 novembre 2015

A song for the Dead

Quand'ero piccolo, la sera del 31 ottobre si andava a nanna in piena fibrillazione.
Era il giorno più atteso dell'anno.
Nottetempo sarebbero arrivati i "murtuzzi", i nonni dall'altro mondo a portarci giocattoli e biscotti (le rame di Napoli, le durissime ossa di mortu, gli strunzi d'angelu).
Ogni anno bisognava scoprire in che stanza si trovassero.
Ci mettevamo tutti in fila, due genitori più cinque figli, dal più grande al più piccolo, le mani l'uno sulle spalle dell'altro,  e facevamo la processione di stanza in stanza ripetendo "Corna pelate... corna pelate... corna pelate..." fino a trovare la stanza giusta. Non c'era niente di macabro, c'era solo un immenso mistero e la sensazione che ci fosse qualcuno a pensarci ancora dall'aldilà.
Quel giorno avremmo potuto tirar fuori anche i giocattoli più belli, che mia madre non ci lasciava usare il resto dell'anno (col tempo grazie al cielo si sarebbe molto ammorbidita su questa cosa, e iniziammo a distruggere i giocattoli come tutti gli altri bambini del mondo).
Il giorno dopo la domanda era d'obbligo: "Chi ti purtànu i murtuzzi?"

(soundtrack)

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