lunedì 21 maggio 2018

Le Référendum

Io credo nella democrazia rappresentativa, nel sistema di governo che i lucidissimi sognatori costituenti ci hanno lasciato.
E credo che i risultati delle elezioni vadano rispettati sempre e comunque, anche quando hai tutte le motivazioni per ritenere che metà (un quarto, in realtà, ché quasi metà non hanno votato) dei tuoi concittadini siano stati sostituiti dai baccelloni alieni.
Ma nella democrazia rappresentativa, nella quale credo, chi viene eletto non ha il diritto di sottoporre (dunque delegare, o far ratificare) le proprie scelte a un referendum interno, esterno, sul web o in chioschetti.
Un partito non può fare questo semplicemente perché le elezioni conferiscono agli eletti il dovere di agire per conto dei cittadini. Nel nostro sistema politico, chi viene eletto agisce già per conto dei cittadini e ne ha già la delega.
Se i cittadini poi hanno votato per una coalizione e quella coalizione viene liquefatta per formare un governo diverso, o si cambiano direzioni o programmi, alleanze o intenzioni (lo faccia il PD o la lega, i cinquestelle o chicchessia, non importa) i partiti e i segretari devono caricarsi addosso il peso delle proprie scelte, e non esistono referendum, non esiste "democrazia diretta".
Sarebbe più corretto se il Partito degli Onesti ammettesse in maniera chiara e precisa di aver stretto una *alleanza* con il Partito Razzista. Ma dopo aver sbandierato per anni la propria alterità e la propria purezza, perdere la verginità con le camicie verdi e stringere un'alleanza non suona bello, eh?
Ecco quindi questa cosa del contratto, del referendum, tirando in ballo il sempre efficace alibi-barzelletta della democrazia diretta e della Piattaforma Russò.
Rousseau gli sputerebbe in faccia, a tutti loro e a chi crede che le roulette, di carta o plastica o elettroniche non siano manipolabili e dunque ovviamente manipolate. Referendum del genere sono una farsa, come un teatrino dove il pubblico è interamente composto dalla claque, nel quale si inscena la commedia di un mandato popolare a una chimera che non esiste in natura, una specie di creatura mitologica con il corpo di razzista e la testa di cazzo.
Siccome io credo nella democrazia ritengo che la volontà del popolo - di quella metà di popolo cui turandomi il naso ho continuato ad appartenere votando, e pure di quella metà-della-metà che ha vinto - vada rispettata. I governi-mostro esistono, questo non è il primo né l'ultimo.
Ma un governo-mostro che vuol governare sessanta milioni di persone chiedendo il permesso a diecimila nasce già in violazione del concetto stesso di democrazia al quale con tanta veemenza questi partiti si arroccano.
La verità è che la democrazia è bella solo finché te la puoi palleggiare come vuoi. Un giorno linea nemica, il giorno dopo ultima trincea, un giorno roccaforte da espugnare, il giorno dopo ponte levatoio da tirar su. Un giorno colpa, il giorno dopo alibi.
Ecco perché è importante studiare la Storia. Perché la Storia si ripete sempre, essendo le dinamiche umane, mutatis mutandis, sempre le stesse.
E la Storia delle democrazie ci insegna che i fascismi nascono sempre con la complicità di ampie fette di popolazione, aizzando i più deboli contro i più deboli ancora, e con l'intenzione dichiarata di abbattere muri.
Gli stessi muri che rinforzeranno poi in ogni modo per difendere il potere acquisito e tenerselo ben stretto.
Ecco qui cos'è il vostro bel referendum.

(soundtrack)

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