sabato 11 agosto 2012

Il nuovissimo Schnauzer-Krepoczic dell'autolesionista che si odia davvero™

Nuovissime tecniche per farvi male ma molto molto male senza restarci secchi ma quasi.

Vi odiate, vero? Non avreste proprio dovuto dire o fare quella cosa là, o quel motivo splendido per cui eravate quasi-felici di vivere ora vi rende quasi-desiderosi di morire. 
Capita a tutti di volersi fare simpaticamente del male, di provare un senso di usssssssssssss verso se stessi prima ancora che verso il mondo. Fa anche un caldo dannato e google adesso si aggiorna mentre digitate, facendovi apparire il nome della vostra ex -scappata a Vladivostok con una contorsionista uzbeca- mentre stavate digitando una ricerca su semplici articoli di ferramenta, proprio quando non ci stavate più pensando

Ma in giornate così gettarsi sotto un camion è forse un po' troppo, e questa parvenza di vita non lo merita.
Fortunatamente Schnauzer e Krepoczic, gli autori del fortunatissimo Manuale Omonimo™, hanno pensato a una serie di consigli pratici per chi cerca una bella sofferenza fisica che faccia il paio con quella morale. 


1. Chiodoschiacciachiodo.
Prendete un bel chiodazzo arrugginito, meglio se usato e sporco di materiale edile inerte, meglio ancora se piegato e spuntato. Poggiate bene il chiodo sull'unghio del pollice e datevi una sonora martellata.
Sarà opportuno un paio di occhiali da saldatore, munito di tergicristalli, qualora gli schizzi di sangue sugli occhi vi dessero fastidio. Martellate e rimartellate a volontà fino a che il chiodo non sarà penetrato fino in fondo unendo in maniera indissolubile il vostro pollice al tavolo (voi e il vostro dolore primigenio, nella metafora). A quel punto, prendete un nuovo chiodo e cercate di ficcarlo sul primo, rimartellando e ri-rimartellando fino a che non avrete compreso il vero senso dell'espressione che da sempre tutti vi ripetevano. Alla fine dell'operazione dovreste trovarvi con due chiodi liberi e un buco sul pollice delle dimensioni, grosso modo, della testa del primo chiodo. Potrete dunque, tranquillamente, dimenticare la ragazza che vi piaceva (il primo chiodo nella metafora) e correre da un'altra a caso, come tutti vi consigliavano. Preferibilmente un'infermiera.

2. Con gli anni tutto si sgonfia.
Correte da tutte le vostre zie più anziane -meglio se siciliane o calabresi perché hanno le braccia particolarmente forti e uno spiccato e malsopito senso per il sadismo- e dite loro che avete appena compiuto seicentocinquant'anni. Quando, fra pranzi a base di pasta al forno col salame e l'uovo sodo e tirate di orecchie, avrete assunto la conformazione di un elefante indiano, recatevi presso un gommista e chiedetegli di misurarvi la pressione, indicandogli come orifizio utile le emorroidi che il pranzo al peperoncino vi ha causato.

3. L'importante è distrarsi un po'.
Se proprio non riuscite a togliervi dalla testa la causa del vostro dolore, recatevi presso un amico al quale sia stata appena diagnosticata un'incurabile disfunzione erettile, e sfogliate davanti a lui l'ultimo numero di Playboy, dicendogli a ogni pagina "tu a questa che cosa gli faresti", come ai bei tempi delle superiori, sempre seguito da un "Oops". Non dimenticate di portare con voi un martello e qualche rampino che l'amico possa usare per appendervi per le pudenda.

4. Non c'è due senza treno.
Andate alla stazione a fine agosto e avvicinatevi a una coppietta estiva che si sta salutando per sempre -ce n'è sempre qualcuna; se avete la possibilità di scegliere, dovreste tendere a preferire la coppia in cui lui ha baffi e pizzetto da carabiniere e lei i capelli lunghi e biondi con la frangetta, abboccano più facilmente. Mentre i due si baciano teneramente piangendo calde lacrime e giurandosi di non dimenticarsi mai, avvicinatevi al ragazzo, fategli l'occhiolino e ditegli all'orecchio di chiederle di quella volta nella toilette dei culturisti al Festival del Testicolo. Se non vi picchia immediatamente, al suo sguardo scioccato ditegli di accennarle del tizio calvo con la maschera viola, quello con i fuseaux e la frusta chiodata. Se ancora non capisce, dite, "Sì, ero io".

5. Si chiude una porta...
Aprite tutte le finestre di casa in una giornata ben ventosa, valutate la corrente interna esponendo l'indice ciucciato, indi ponetevi con il pene (o, se siete una donna, un dito, preferibilmente il mignolo) appoggiato allo stipite della porta.
Lo stipite è spesso definito anche col nome di 'battente', ma finora chissà perché non ci avevate mai fatto caso.

6. ...si apre un portone.
Recatevi da un amico ricco e facoltoso che abita in una di quelle antiche ville in centro completamente ristrutturate. Fatevi aprire alla porta (ovviamente un ampio portone in rovere lucido con l'apertura automatica) badando bene infilare le dita, appena lo spazio sarà sufficiente, fra le cerniere. Verso la fine della corsa dovreste sentire un suono 'crac' che dovrebbe corrispondere alla meritata dolorosa sensazione che cercavate.

7. Vedrai che col tempo tutto passa.
Staccate le lancette dell'orologio di cucina e conficcatevele nelle iridi. Se per caso doveste avere un infarto per il dolore lancinante, fatevi accompagnare ancora urlante da Ian McCatz, uno studioso americano che sta effettuando delle ricerche sul concetto di 'occhio non vede, cuore non duole'.

8. Dai, che una ne perdi, cento ne trovi*.
Recatevi al Perroquet di Taormina con indosso una maglietta traforata di lamé e dei pantaloncini bermuda viola, e mentre suonano l'ultima di Lady Gaga lasciate cadere per terra una monetina da un euro e raccoglietela con movenze lentissime.

9. Si può sempre ricominciare.
Battetevi ripetutamente la testa contro uno spigolo, e quando lo spigolo si è consumato passate a un altro spigolo. Nella vita si può sempre ricominciare.

10. Non ci crederai ma la vita saprà stupirti.
Andate da una maga piena di nei pelosi e ditele che vi chiamate Alfonso Cuordibue, nato a Firenze il 12/08/1985. Ditele che vi siete innamorato perdutamente di una donna bellissima e che non sapete come dirglielo. Chiedetele come fare. Mentre la vecchia inizia a disporre i tarocchi e a dirvi che non c'è niente da fare, afferratele la mano e confessatele che è di lei che siete innamorati. Guardatela dritto negli occhi e chiedetele di sposarvi. Insistete moltissimo, stringendo sempre più forte la mano. Potranno accadere moltissime cose diverse a questo punto, comprese alcune reazioni violente da parte della donna, ma nessuna delle eventualità dovrebbe deludere il vostro spirito autolesionista. Nel dubbio, prima di entrare ingurgitate del peyote: potrebbe ispirarvi moltissimo.

11. La vita continua.
Recatevi a un funerale di una persona sconosciuta e chiedete la parola nel bel mezzo della cerimonia. Saliti sul pulpito, iniziate a descrivere dettagliate pratiche sessuali che avreste esercitato con la salma, e se non bastasse ad aizzare la folla cominciate a descrivere tutto quel che fareste ancora con il cadavere. Non dovreste aver bisogno di arrivare al punto di spogliarvi per farvi picchiare dalla folla inferocita.










*Sì, questa è veramente imbecille. Ma probabilmente la rivaluterete leggendo le successive.

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